Manipolazione
- Carlo Passoni
- 24 set 2024
- Tempo di lettura: 6 min
Aggiornamento: 1 ott 2024
La manipolazione, nel suo nucleo più semplice, è una strategia che impieghiamo per influenzare gli altri a fare ciò che desideriamo, spesso operando sotto traccia, senza che la nostra vera intenzione sia palese. Questo metodo di interazione si basa sull’abilità di indirizzare discretamente le azioni o i pensieri di un’altra persona, in modo che il risultato appaia come un’evoluzione naturale della situazione piuttosto che come il frutto di un’influenza esterna diretta.
Al centro di questa dinamica c’è il nostro ego, quella parte di noi che si alimenta di riconoscimento, successo, e controllo. L’ego vuole sentirsi valido, apprezzato e, soprattutto, dominante nelle situazioni sociali. Quando il nostro senso di sicurezza o la nostra immagine pubblica si sentono minacciati, l’ego può spingerci verso la manipolazione come mezzo per riappropriarsi del controllo e assicurare che gli eventi si pieghino ai nostri desideri.
La manipolazione si manifesta in svariate forme e situazioni. Può apparire innocua, come quando usiamo il complimento per indurre qualcuno a migliorare la propria opinione su di noi, oppure può assumere forme più calcolate, come nel caso in cui distorciamo la verità per evitare conseguenze indesiderate. In ambito lavorativo, potrebbe tradursi nel cercare di influenzare le decisioni dei colleghi o dei superiori a nostro favore, presentando le nostre idee in modo tale da sembrare le uniche valide o accettabili.
La manipolazione utilizza una gamma di strumenti psicologici, dall’appello alle emozioni (come la pietà o la lode) alla creazione di un senso di debito o obbligo attraverso favori non richiesti.
Questi approcci hanno in comune l’obiettivo di bypassare la discussione aperta e il consenso genuino, sostituendoli con la conformità indotta.

Nonostante la sua efficacia a breve termine nel raggiungere obiettivi specifici, la manipolazione porta con sé una serie di problemi. Può erodere la fiducia, fondamento essenziale di qualsiasi relazione solida e significativa. Le persone, una volta che si rendono conto di essere state manipolate, possono sentirsi tradite, riducendo la loro fiducia e disponibilità ad agire con apertura in futuro. Questo deterioramento della fiducia può avere ripercussioni a lungo termine, sia personali che professionali, poiché le relazioni costruite su basi manipolative sono raramente sostenibili o soddisfacenti nel lungo periodo.
Inoltre, la dipendenza dalla manipolazione per navigare nelle interazioni sociali impedisce lo sviluppo di abilità comunicative autentiche e mature. Invece di affrontare i conflitti o le divergenze di opinione in modo diretto e costruttivo, il manipolatore si affida a tattiche indirette che non risolvono le questioni di fondo, portando spesso a cicli ripetitivi di malintesi e tensioni.
Quali sono le strategie manipolatorie migliori?
Una delle strategie più comuni nella manipolazione è creare un senso di debito o di obbligazione. Questo si verifica quando una persona fa un favore o un regalo non richiesto, instillando nel ricevente la sensazione che debba ricambiare. La persona che riceve il favore, sentendosi in debito, è quindi più incline a compiacere il manipolatore, seguendo le sue richieste in un tentativo di riequilibrare la bilancia emotiva.
Un’altra tecnica implica l’uso delle emozioni per influenzare gli altri, giocando sulle paure, i desideri o i sentimenti di colpa per guidare le decisioni e le azioni.
Questo può variare nell'evocare pietà attraverso storie tristi o situazioni difficili, al suscitare ansia per le conseguenze di non seguire un certo percorso d’azione. Attraverso questo gioco emotivo, il manipolatore riesce a spostare il comportamento altrui verso ciò che desidera, usando le corde sensibili come leve.
Inoltre, la tattica della confusione è spesso impiegata per offuscare il giudizio. Presentando informazioni ambigue, contraddittorie o sovraccaricando il ricevente con troppi dettagli, il manipolatore crea un velo di incertezza.
Questa mancanza di chiarezza può rendere la persona più suscettibile a suggerimenti, poiché cerca una guida in un mare di confusione, trovando nel manipolatore un apparente faro di certezza e chiarezza.
L’arte della manipolazione si estende anche nel plasmare le percezioni attraverso la lusinga o l’esaltazione dell’ego. Complimenti e adorazione possono rendere il ricevente più aperto a ricambiare con favori o supporto, spinto dal desiderio di mantenere l’ammirazione ricevuta.
Questo approccio non solo apre la strada a ulteriori influenze ma rinforza anche la relazione tra il manipolatore e il manipolato in termini che favoriscono il primo.
Esempi?
Immagina un broker che sta cercando di convincerti a unirti per un certo investimento finanziario. Ti parla di altre persone che hanno investito e ottenuto grandi ritorni, insinuando che se non partecipi, potresti perdere un’opportunità unica. Questa tecnica si basa sul timore di perdere (FOMO, Fear of Missing Out), una forma di manipolazione che gioca sulla tua ansia di essere escluso da un’opportunità vantaggiosa. (Utilizzata particolarmente dai truffatori)
Ora immagina di essere al centro commerciale. Stai guardando un articolo che ti piace ma lo trovi un po’ caro. Il venditore inizia a dirti che te lo meriti dopo tutto il duro lavoro degli ultimi tempi e che non dovresti pensare troppo al prezzo quando si tratta di premiarti. Questo è un esempio di manipolazione attraverso l’autoindulgenza, dove ti viene fatto sentire giustificato il compiere un’azione che potresti altrimenti considerare irrazionale, sfruttando il desiderio di gratificazione.
Immagina di lavorare in un'azienda in cui uno dei tuoi superiori ti chiede di rimanere oltre l’orario per completare un progetto. Invece di una semplice richiesta, il tuo capo ti fa notare come ti abbia "favorito" nella promozione di qualche mese fa o come abbia "chiuso un occhio" su un tuo errore che avrebbe potuto costarti caro. Usa frasi come: "Se non fosse per me, ora non saresti nemmeno in questa posizione" o "Ti ricordi quando ti ho salvato da quel brutto errore? Questa è l'occasione giusta per restituirmi il favore."
Qui, la tattica manipolativa utilizzata è quella del senso di debito e della paura di ritorsioni: ti viene ricordato quanto ti sia stato concesso o perdonato, creando una pressione implicita affinché tu ricambi con lealtà e sacrificio, per paura di perdere il sostegno o di subire conseguenze negative.
Ora, pensa a quando stai cercando di decidere quale abbonamento streaming sottoscrivere. Il venditore inizia a elencarti un’infinità di opzioni, pacchetti, add-on e tariffe, rendendoti così confuso da non riuscire a tenere traccia di tutte le informazioni. Quando finalmente ti propone una “soluzione semplice” (quasi sempre l'all-inclusive), che ti fa sentire sollevato e pronto ad accettare. Questa è la tattica della confusione: creare un problema che solo il manipolatore può risolvere per te.
Considera una situazione in cui un amico vuole che tu lo accompagni a un evento che non ti interessa. Inizia a farti complimenti su quanto sei sempre stata una compagnia fantastica e su come le tue uscite insieme siano sempre le più divertenti. Sentendoti lusingato, ti ritrovi a considerare di andare all’evento pur non volendolo. Qui, la lusinga è lo strumento di manipolazione: aumentando la tua stima di te, l’amico cerca di renderti più ricettivo alla sua richiesta.
Immagina un partner che desidera che l’altro rinunci a un hobby o a frequentare amicizie, per passare più tempo insieme. Invece di discuterne apertamente, potrebbe dire qualcosa come: “Mi sembra che tu preferisca passare tempo con i tuoi amici piuttosto che con me. Forse dovrei cercare qualcuno che apprezzi di più stare insieme”. Qui, la manipolazione emotiva si manifesta come una minaccia velata di abbandono, mirando a suscitare paura e insicurezza nel partner, spingendolo a cambiare comportamento per evitare la perdita della relazione.
Considera un partner che vuole avere l’ultima parola su dove andare in vacanza. Potrebbe utilizzare frasi come: “Dopo tutto quello che ho fatto per te, pensavo che almeno tu potessi farmi contento su questo”. In questo scenario, il manipolatore fa leva sul senso di gratitudine e debito emotivo, cercando di far sentire l’altro egoista o ingrato se non acconsente. È una forma di ricatto emotivo che costringe il partner a cedere per non sentirsi colpevole.
Pensa a un partner che vuole ottenere più attenzioni e decide di far ingelosire l’altro flirtando apertamente in sua presenza. Questa tattica mira a scatenare una reazione emotiva, in questo caso, la gelosia per manipolare il partner a mostrare più interesse o affetto come conferma del suo attaccamento. La gelosia viene qui sfruttata come uno strumento per manipolare l’altro a riaffermare il proprio impegno nella relazione.
E che sia chiaro, quanto riportato scritto qui, non è volto per creare nuovi manipolatori, ma per distruggerli.
Il sapere è l’arma preventiva più efficace che esista
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