Condizione di esistenza
- Carlo Passoni
- 27 ott 2024
- Tempo di lettura: 3 min
Vi siete mai posti delle condizioni di esistenza?
Fu all’incirca al secondo anno di superiori in cui scoprii il concetto di “condizioni di esistenza” durante una lezione di matematica.
In matematica, la condizione di esistenza è una regola che ci dice quando un’espressione o un’operazione ha senso e può essere calcolata. Serve a evitare risultati impossibili, come dividere per zero o fare la radice quadrata di un numero negativo (nei numeri reali). Ad esempio, per l’espressione 1 fratto x-2, la condizione di esistenza è che x deve essere diversa da 2 , perché altrimenti avremmo una divisione per zero, che in tal caso si chiamerebbe “non definita” o “impossibile”.
ILLUMINAZIONE. Letteralmente pochi secondi dopo aver appreso questa stregoneria, qualche percorso neuronale mi suggerì che anche io facevo la stessa cosa con la mia vita. Rimasi senza parole. Stupito soprattutto da quanto un concetto matematico (materia tanto odiata da me) mi aprì gli occhi sulla mia filosofia di vita.
Perché anche io, mi son sempre imposto condizioni di esistenza: “se perdo uno dei cinque sensi, non voglio più vivere”, “se prendo il cancro, non voglio affrontare il dolore della chemio”, “se perdo un arto o qualche capacità cognitiva, non voglio vivere” e così via...

Porsi condizioni di esistenza, è una questione molto seria, su cui riflettere molto attentamente con saggezza.
Durante il corso della mia giovane vita, ebbi la sfortuna di incontrare un’espressione “non definita”. Una delle condizioni di esistenza che mi ero imposto, era venuta a mancare: non era più rispettata.
“E adesso?” - Mi chiesi.
Passai molto tempo sul riflettere il reale valore che per me rappresentava il “vivere”. Così come in matematica la condizione di esistenza definisce quando un’espressione è valida, i miei parametri valutativi avevano fornito come risultato la non validità della mia espressione, chiamata vita. Ognuno di noi ha bisogno di certi elementi fondamentali per vivere e prosperare: relazioni, significato, benessere fisico, mentale e così via.
Senza questi elementi, la vita può sembrare “indefinita” o “impossibile”, proprio come un calcolo matematico che non può essere risolto.
“Ma quindi? Che si fa quando si raggiunge quel punto?”
Bella domanda… perché il tipo di risposta che si fornirà, sarà ciò che deciderà la propria sorte. Scavando più a fondo, cominciai a intuire qualcosa: forse, il concetto stesso di “condizione di esistenza” andava riconsiderato. In matematica, se qualcosa è indefinito, significa solo che non può essere calcolato secondo le regole standard, e che questo non cancella il resto dell’espressione.
Mi resi conto che ero sempre stato io a stabilire, rigidamente, cosa rendesse “valida” la mia esistenza, come se vivere fosse un’espressione matematica da risolvere secondo criteri precisi e immodificabili. Era come se avessi deciso che certe esperienze o capacità fossero i numeri fondamentali che mi davano valore, e che senza di essi tutto si riducesse a zero. Ma la vita, al contrario della matematica, non funziona a schemi così rigidi.
Era davvero necessario definire la mia intera esistenza in base a quelle condizioni? Non potevo scegliere di vivere anche senza rispettarle tutte? E così, feci un passo in più: mi chiesi cosa rimanesse, oltre a quelle condizioni. Se fossi disposto a rinunciare a quell’immagine della vita perfetta. Che senso ha una vita dove siamo solo una somma di condizioni? Forse vivere significa accogliere anche ciò che ci sembra insopportabile, lasciando che faccia parte della nostra storia. La parte caratterizzante.
Fu una scoperta che mi richiese tempo, e ammetto che ancora oggi, ogni tanto, mi capita di tornare a quei vecchi schemi. Ma ora, ogni volta che sento il richiamo delle “condizioni di esistenza”, ricordo che, così come in matematica possiamo risolvere un problema complesso raggirando ciò che è indefinito (tramite esclusione dei valori dal dominio, semplificazione o limiti), anche io posso scegliere di vivere la mia vita senza fermarmi a ciò che sembra impossibile. Scegliendo di andare avanti, consapevole che non tutte le parti della mia esistenza avranno sempre una soluzione. E che va bene così.
A volte, dobbiamo accettare di riscrivere le nostre condizioni d’esistenza, riformulando ciò che riteniamo “valido” per poter andare avanti.
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