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Il Prezzo da Pagare

  • Immagine del redattore: Carlo Passoni
    Carlo Passoni
  • 3 ott 2024
  • Tempo di lettura: 4 min

Ogni vantaggio, ha il suo prezzo da pagare. Ogni cosa buona, ogni pregio, ogni fortuna, ogni vittoria. Tutto ha un prezzo. Anche ciò che non ha un prezzo, ha il prezzo di non averlo.

Si paga con il tempo, con l'energia, con le scelte che si fanno e con quelle che si scartano. Il problema non è tanto il prezzo, quanto la consapevolezza di pagarlo.


Esiste una dualità in tutto ciò che ci circonda. Per ogni successo, c’è il peso delle aspettative future. Per ogni libertà conquistata, c'è la responsabilità di saperla gestire. Persino la fortuna, che sembra donata gratuitamente, ci lega a un debito, perché il fortunato deve dimostrare di esserne degno (altrimenti la si perde).


Ogni cosa comporta una scelta, e ogni scelta esclude tutte le altre possibilità.

Ecco il costo: perdiamo possibilità senza nemmeno rendercene conto.

Pensare di ottenere qualcosa senza sacrificare altro è un'illusione.

Non si possono avere i vantaggi senza i loro costi, le fortune senza il loro rovescio.


Il valore di ogni cosa sta nel prezzo che siamo disposti a pagare. Vivere significa costantemente negoziare quel prezzo, consapevoli che tutto ha un costo. Anche scegliere di non pagare, ha il suo prezzo.

Solo chi è consapevole di questo potrà camminare a testa alta, sapendo di aver pagato il giusto prezzo per ciò che ha ottenuto.


Esiste una soglia, un limite oltre il quale il prezzo diventa insostenibile. Ma cosa accade quando quella soglia si sposta? Quando, spinti dall’ambizione o dal desiderio, accettiamo di pagare più di quanto avremmo mai immaginato? In quel momento, il valore di ciò che desideriamo comincia a sfumare, perché il prezzo ha superato il suo beneficio.


Spesso, il vero prezzo non si paga in anticipo. Lo comprendiamo solo a posteriori, quando ci accorgiamo di aver perso qualcosa di fondamentale lungo il cammino: la serenità, le relazioni, la nostra identità, e così via.


Eppure, c’è chi, pur di non perdere, accetta di pagare ogni prezzo, fino all’ultimo respiro. Sono quelli che non si arrendono mai, ma vivono in una tensione costante, in una guerra continua con sé stessi e con il mondo. Per loro, pagare il prezzo è parte integrante del gioco, una sfida da affrontare senza esitazioni.


Ma ha senso continuare a pagare ad ogni costo?


A volte, la saggezza sta nel sapere quando smettere di pagare, quando fermarsi e riconoscere che ciò che si è ottenuto non vale più il costo. È un atto di maturità, di consapevolezza. Saper rinunciare è una delle abilità più difficili da apprendere, perché ci permette di preservare ciò che abbiamo di più prezioso.



Il prezzo da pagare


La serenità, per esempio, è un traguardo ambito da molti, ma quanti sono disposti a pagare il prezzo della rinuncia per ottenerla? La tranquillità mentale spesso richiede di lasciar andare le ambizioni, le aspettative degli altri, e persino certi desideri che, in apparenza, sembrano renderci vivi. Il prezzo della serenità è il distacco: dal controllo, dalle battaglie, dalle vittorie. E non tutti sono disposti a questo compromesso, perché vivere in una condizione di quiete interiore significa anche accettare una certa forma di rinuncia.


Il prodigio ha il dono del genio ma con il prezzo della  pazzia.

Capace di creazioni straordinarie, la cui mente è sempre sul punto di frantumarsi sotto il peso della propria genialità. Questa  non porta gioia, ma un’ansia costante, e spesso sono gli altri a godere dei frutti del suo ingegno, mentre lui resta invischiato nella propria complessità.

Ma quanto vale la genialità se porta con sé una tale sofferenza? È giusto sacrificare la propria felicità personale per “il bene della società”, che beneficerà delle proprie invenzioni?

La risposta è che spesso, i veri geni, non hanno neanche scelta. Il loro cervello è programmato per compiere, realizzare e portare a termine la propria genialità, fino all’ultima goccia di sangue. Guidati da un irresistibile bisogno fisico di espressione, sono costretti a dare forma e voce a ciò che nasce nella loro mente. Le idee e i sentimenti, troppo vasti per essere contenuti, reclamano di essere liberati; se trattenuti, minacciano il travolgimento. Non hanno scampo. Non hanno scelta. Anche se tanto ambita, questo è il prezzo da pagare per la genialità.


Gli artisti creano bellezze che smuovono il mondo, ma raramente riescono a trovare gioia nelle loro opere, sempre critici verso se stessi, sempre alla ricerca di quel qualcosa che sfugge.

Saranno  sempre condannati ad osservare gli altri goderne veramente. Creandosi una sensazione di frustrazione e insoddisfazione. Il mondo ammira il risultato finale, ma raramente comprende il percorso interiore che accompagna la creazione. Il prezzo della creatività è la solitudine e l'incomprensione.


Anche l'amore, che sembra essere il sentimento più nobile e disinteressato, ha il suo prezzo. Amare significa esporre la propria vulnerabilità, accettare il rischio di soffrire, di perdere, di essere feriti. L'amore non è mai gratuito, perché richiede di mettere da parte l’orgoglio, di accettare compromessi, di dedicarsi a un'altra persona. Il prezzo dell’amore è il sacrificio di una parte del proprio ego.


La conoscenza ti permette di vedere il mondo attraverso una lente diversa, trovando risposte nelle verità nascoste, nei dettagli che sfuggono.

Tuttavia, in questo processo, si perde la capacità di meravigliarsi dell'ordinario e di godere della leggerezza che accompagna chi vive senza interrogarsi troppo.

Il prezzo della conoscenza è la perdita dell'innocenza. Chi comprende troppo non riesce più a lasciarsi sorprendere da ciò che è semplice e immediato. Il loro sguardo è sempre rivolto oltre, oltre l'apparenza, oltre il momento presente. Vivendo in un costante stato di riflessione.

Questa ricerca della verità, pur portandoli a una comprensione superiore, li aliena dalle piccole felicità quotidiane e dalle emozioni immediate.

 


Il prezzo da pagare per aver qualcosa di prezioso, ne è la perdita inevitabile.

Può essere una persona, un affetto, un oggetto o altro… ma prima o poi,  con la propria morte o con la morte della controparte, o ancor peggio per uno smarrimento precoce… la si perderà.

Il prezzo da pagare per essere nati (e di vivere), è quello di accettare la nostra morte, comprendendo che nulla ci appartiene realmente. Neanche noi stessi ci apparteniamo. Neanche il presente che è in costante fuga. Viviamo in leasing con termini e condizioni a noi sconosciuti. 


Quindi dimmi, qual è il tuo prezzo da pagare?


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